Un soldato tedesco sotto le bombe |
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I bombardamenti su Porto Santo Stefano dall'8 dicembre 1943 al 5 giugno del '44 causarono più di 40 vittime ed un numero imprecisato di feriti tra la popolazione civile. La grande maggioranza di queste (34) si verificò nel 1° bombardamento del giorno 8, quando i paesani, in una ricorrenza festiva a loro particolarmente cara, erano usciti dalla Messa e si intrattenevano a conversazione o a passeggio nelle vie del paese o giù al porto erano affaccendati intorno alle loro barche. Nelle successive, numerosissime incursioni il numero delle vittime fu assai ridotto, e in molti casi nullo, in quanto quasi tutti gli abitanti, dopo quel primo bombardamento, avevano abbandonato il paese sfollando nelle campagne e sui colli dell'Argentario.
Quei bombardamenti, ovviamente, non causarono vittime soltanto tra i santostefanesi. Molti furono i soldati tedeschi e austriaci inquadrati nella Hafen-Kampf-Kompanie-Olbia che presidiava il paese che vi persero la vita. Di questi uomini in divisa, mandati in una terra che non era la loro a fare una guerra sciagurata che in molti non capivano e in pochi disapprovavano, non si sa praticamente nulla. Uno solo per tutti: Schneizer Wilhelm Quel poco che si sa di lui lo si apprende dal suo wehrpass, finito chissà come nelle mani di un collezionista e da lui pubblicato sul sito www.wehrmacht-awards.com
Schneizer Wilhelm era nato a Tubinga, bellissima cittadina nel cuore della Germania e venne a morire in Italia, a Porto Santo Stefano, a 28 anni, il 16 febbraio 1944. Dopo i 6 mesi previsti nel RAD, servizio premilitare di addestramento e di lavoro, fu arruolato nel Infanterie-Regiment Tübingen 35, di stanza a Tubinga. Dal 1939, anno in cui la Germania entrò in guerra invadendo la Polonia, Schneizer Wilhelm combattè su quasi tutti i fronti in Europa Il 21 maggio 1943 era in Italia, in Sardegna, nel Hafen-Kampf-Kompanie-Olbia. Il 20-21 settembre la Hafen-Kampf-Kompanie-Olbia, lasciò la Sardegna per andarsi a riposizionare, nel mese seguente, a Porto Santo Stefano.
La guerra per il tedesco di Tubinga che prima di indossare la divisa faceva l'idraulico ed era appassionato di sci, finì poco dopo le 11 del 16 febbraio del 1944. Durante un bombardamento da parte delle forze alleate una bomba colpì il pontone su cui si trovava, al Pozzarello, uccidendo lui ed altri quattro commilitoni. Fu sepolto a Grosseto, nel
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2008 - Capodomo - di Raul Cristoforetti
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